TOPONIMO E STEMMI
Sembrerebbe insostenibile che una città fondata intorno alla fine del 1100 possa avere un toponimo e uno stemma che rimandino a tempi antichissimi.
Spiegheremo questa apparente incoerenza iniziando a considerare che il nome Cascia deriva da ‘cascus’ (A. Stalinski) che esprime il concetto di antico, e che lo stemma, in cui la dea reca in mano i simboli della natura che si rinnova a volte affiancata da leoni o grifi, può senza dubbio essere riferito alla dea madre, piuttosto che alla Porrina, sibilla di Roccaporena che avrebbe preannunciato la venuta di santa Rita come sostenuto in passato dagli storici locali.
Infatti si può evincere dal confronto degli stemmi casciani con l’immagine di Demetra un chiaro rimando alla dea madre. Tutto il territorio di Cascia ha restituito abbondanti prove di antichità, confermate da ritrovamenti e ricognizioni archeologiche, sin da epoche antichissime. Anche nel sito in cui sorgerà la città di Cascia sono conosciuti reperti sia romani, epigrafi, terrecotte architettoniche, monete, sia preromani, (A. Sordini, F. Schippa, A. Stalinski, M. Franceschini, A. Morini, ecc.). Questi reperti sono da riferire ad un vicus, le cui necropoli sono state individuate ai toponimi Tintarella e Costa d’Atri.
Questo vicus che si aggiunge ai numerosi villaggi, organizzati alla maniera paganico-vicanica propria degli antichi popoli italici, oggi confermati anche da recenti ricognizioni in tutto il territorio casciano, dimostra l’indiscussa antichità a cui si riferisce il toponimo Cascia, giustificandone anche lo stemma.
A cura di Egidio Emili